101 Cose da fare a MilanoMilano

21. Visitare la Pinacoteca di Brera e togliersi una curiosità alla Mediateca di Santa Teresa

Nuovo appuntamento con le 101 Cose da Fare a Milano almeno una vota nella vita. La magia di Brera inizia ancor prima di arrivare a Palazzo Brera, ne potrete godere lungo tutto il percorso che dalla fermata della metropolitana vi porterà all’ingresso della Pinacoteca di Brera, se avete occasione fermatevi in uno dei numerosi caffè che incontrerete.


Palazzo Brera

Palazzo Brera è sorto su di un antico convento trecentesco dell’ordine degli Umiliati e successivamente passato ai Gesuiti che vi stabilirono una scuola. Conobbe l’assetto attuale, solido e austero, a partire dall’inizio del Seicento ad opera di Francesco Maria Richini. Oggi è sede di diverse istituzioni, infatti oltre alla Pinacoteca di Brera di cui parliamo in questo post sono presenti l’Accademia di Belle Arti e all’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Osservatorio Astronomico e l’Orto Botanico.

Superato l’ingresso non potrete fare a meno di ammirare la statua al centro del cortile, si tratta della statua realizzata da Antonio Canova dal titolo “Napoleone come Marte pacificatore”, statua in cui il condottiero è idealizzato nella “nudità eroica” delle raffigurazioni antiche che lo assimilava ad una divinità o a un imperatore romano; una raffigurazione lontana dalla realtà. Raffigurazione che sembrerebbe lo stesso Bonaparte non abbia apprezzato.

Dopo aver ammirato la statua di Napoleone, iniziate a guardarvi intorno, se siete venuti durante la settimana, non potrete fare a meno di notare come questo luogo abbia una frequentazione colorata e armoniosa, sono i giovani studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, che sono probabilmente gli studenti più “belli” di Milano.


La Pinacoteca di Brera

Per accedere alla Pinacoteca dovrete salire al piano superiore. La Pinacoteca di Brera venne ufficialmente istituita nel 1809, sebbene una prima eterogenea raccolta di opere fosse già presente a partire dal 1776 – e ampliata negli anni successivi- con finalità didattiche, a fianco dell’Accademia di Belle Arti voluta da Maria Teresa d’Austria. Il corpus doveva infatti costituire una collezione di opere esemplari, destinate alla formazione degli studenti.


Quando Milano divenne capitale del Regno Italico la raccolta, per volontà di Napoleone, si trasformò in un museo che intendeva esporre i dipinti più significativi provenienti da tutti i territori conquistati dalle armate francesi. Oggi è una delle più grandi raccolte d’arte d’Italia, che ospita dei veri e propri capolavori che fanno parte dell’immaginario collettivo.

In questo post vi racconto alcuni di quelli citati da Micol Beltramini nel libro “101 Cose da Fare a Milano almeno una volta nella vita“, ma ce ne sarebbero molti altri (troveremo il modo per raccontarveli in qualche altro post).


Il Cristo Morto

Il primo che incontrerete dopo l’ingresso è sicuramente une delle opere più famose del Museo, si tratta del “Cristo Morto” di Andrea Mantegna.


Ritenuta una delle opere più suggestive dell’intero Rinascimento, la tela rappresenta il cadavere di Cristo, coperto in parte dal sudario. Il punto di vista scelto dall’artista, leggermente rialzato rispetto al piano su cui giace il corpo esamine, ci mostra i piedi di Gesù in primissimo piano, caso unico nella storia della pittura quattrocentesca. Mantegna non volle applicare correttamente le regole della prospettiva. Le figure di profilo inginocchiate sono infatti rappresentate come se fossero viste dalla loro altezza, e presuppongono un orizzonte molto basso. Il corpo di Gesù, invece, presenta un punto di osservazione più alto, che si trova fuori dai margini del dipinto.


Sposalizio delle Vergine

Lo Sposalizio della Vergine è una delle opere più celebri di Raffaello Sanzio. Fu commissionata dalla famiglia Albizzini per la chiesa di San Francesco a Città di Castello. L’artista concepì la composizione del dipinto avendo a mente la pala di analogo soggetto eseguita da Perugino, suo maestro, e oggi conservata al Musée des Beaux-Arts di Caen. Raffaello ne riprese l’impianto compositivo e l’iconografia per ottenere un risultato di straordinaria e irraggiungibile perfezione.


La Pala di Montefeltro


La pala con la Sacra Conversazione, nota come Pala di Brera, fu commissionata al grande pittore rinascimentale Piero della Francesca (1415/20-1492) da Federico da Montefeltro, signore di Urbino, per celebrare la nascita dell’erede maschio Guidubaldo nel 1472 e per commemorare la morte della moglie Battista Sforza, deceduta per le conseguenze del parto. Destinata in origine a un mausoleo mai realizzato e collocata nella Chiesa di San Bernardino a Urbino, dove riposano il duca e sua moglie, la tavola fu poi prelevata, nell’Ottocento, dagli esperti d’arte francesi mandati in Italia da Napoleone a far incetta di opere d’arte.

Proseguendo nella visita, da non perdere anche i diversi quadri di Bellini, Tiziano, Tintoretto, Caravaggio. Tra i moderni, Pellizza da Volpedo, Boccioni e Carrà.


Il Bacio, una delle opere più iconiche della Pinacoteca di Brera

Appuntamento imperdibile per tutti i romantici del modo è “Il Bacio” di Francesco Hayez. Non è solo il dipinto più importante di questo straordinario artista ma sicuramente uno dei capolavori più celebri del Romanticismo e di tutta la pittura dell’Ottocento in Italia, tanto da essere entrato nell’immaginario collettivo diventando il simbolo stesso dell’amore romantico.


Continuate a seguirci per altre post sulle opere delle Pinacoteca di Brera.


La Mediateca di Santa Teresa

Per quanto riguarda invece la Mediateca di Santa Teresa, citata nel titolo, l’esplosione di internet e la facilità di accesso a ogni contenuto multimediale dal pc di casa hanno messo in crisi il progetto della Mediateca. Nel 2012 la caffetteria ha chiuso. Subito dopo la gestione della Braidense ha alzato bandiera bianca. Dal 2018 purtroppo l’edificio, la vecchia chiesa sconsacrata di San Giuseppe e Santa Teresa versa in uno stato di abbandono.


Bibliografia

Le 101 Cose da fare a Milano sono tratte da:

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